Se
cercate un modo davvero originale per conoscere Roma, se desiderate
carpire il segreto della sua sognante atmosfera che la rende così
unica e inimitabile fra tutte le città del mondo, provate a
viaggiare a bordo di Tramjazz.
Uno
'Stanga 1947' non è un tram qualsiasi, ma una vettura quasi
leggendaria, il primo 'articolato' della Capitale, che impreziosisce
la collezione storica di Atac, l'azienda di trasporto della città,
ma tiene ancora perfettamente la strada, come faceva nell'ottobre di
sessantanove anni fa quando iniziava la sua corsa per le vie di Roma,
lungo la Linea 37, fra Piazza Bainsizza e Piazza Cavour.
Completamente restaurata e ristrutturata, questa vettura è divenuta
ora un elegante ristorante e sala da concerto viaggiante.
Il
nostro appuntamento è alle nove di sera, sulla banchina del
binario-sosta di
Piazza di Porta Maggiore.
Il traffico delle auto
sulla Piazza non può farci perdere di vista l'incanto un poco
misterioso di questo luogo, l'ideale punto di partenza per la nostra
avventura romana. L'attuale Piazza di Porta Maggiore corrisponde al
sito dove convergevano otto degli undici acquedotti che alimentavano
l'Antica Roma. La Porta, in origine, era un elemento monumentale
dell'Acquedotto Claudio che infine fu incluso dall'imperatore
Aureliano, nel 272 d. C., nelle nuove Mura da lui volute.
Al di sotto
della Piazza si trova un'antica Basilica sotterranea, del primo
secolo a. C., probabilmente un tempio neopitagorico e sede di riti
magici.
Addossata alle Mura, a pochi metri dal luogo del nostro
appuntamento, troviamo la celebre e singolare
Tomba del Fornaio
Eurisace, databile intorno al 30 a. C.
, che riproduce in forma
imponente la struttura di un antico forno.
Puntuale,
poco prima delle 21, arriva il Tramjazz. Si vedono, dai finestrini, i
tavoli apparecchiati al lume di candela. È difficile nascondere la
sorpresa nel vedere il contrasto tra gli altri tram e i bus del
servizio pubblico che percorrono la Piazza e quello che sembra invece
quasi la carrozza di un epico Orient-Express dei vecchi tempi.
Saliamo a bordo di questo quasi immaginario mezzo trasporto, accolti
da un aperitivo di benvenuto, e partiamo subito per il nostro viaggio
nel cuore della Città Eterna.
Attraversiamo
il
Quartiere di San Lorenzo, una culla della vita
bohèmienneromana, passando poi a fianco della Città Universitaria e lungo
Viale Regina Margherita e Viale Liegi, attraverso i Quartieri Trieste
e Salario
. Il tram si muove per la
città con la giusta, necessaria lentezza, utile per chi abbia voglia
di far corrispondere a un tempo reale un proprio tempo
interiore. Da dietro i vetri, non sentiamo più i rumori della città
ma vediamo solo la scena cangiante di questa metropoli onirica che
confonde e trasforma continuamente realtà e finzione, memoria e
presente, in una trama seducente, sempre diversa.
Durante
questa prima parte della nostra esplorazione notturna, ci vengono
serviti i primi piatti.
Intanto,
da
Piazza Ungheria, costeggiando i bordi del Quartiere Parioli, si
comincia a scendere gradualmente per
via Aldrovandi fino a Piazza
Thorvaldsen, a Valle Giulia,
immersa nell'oasi verde dello storico
parco di
Villa Borghese.
Ora,
davanti alla
Galleria d'Arte Moderna, facciamo una sosta: su Tramjazz
si accendono le luci del 'palco' e assistiamo a una prima sezione del
concerto. La musica dal vivo acquista, qui, un carattere davvero
coinvolgente,
per la particolarità di questo spazio che rende tutto estremamente
raccolto e cameristico. Su Tramjazz si esibiscono i più importanti
musicisti jazz della scena italiana e internazionale. Vi suonano
abitualmente, fra gli altri, Marcello Allulli, Cristiana Arcari,
Giampaolo Ascolese, Andrea Avena, Lutte Berg, Gabriele Coen,
Valbilene Coutinho, Maurizio Giammarco, Alessandro Gwiss, Max Ionata,
Jed Levy, Marco Loddo, Pietro Lussu, Gabriele Mirabassi, Tony Monaco,
Jim Mullen, Gegè Munari, Jim Porto, Paolo Ravaglia, Paolo Recchia,
Walter Ricci, Alice Ricciardi, Michael Rosen, Raffaela Siniscalchi,
Alex Sipiagin, Bill Smith, Michael Supnick, Daniele Tittarelli,
Joyce Yuille, Domenico Sanna, Fabio Zeppetella.
Al
termine di questa sezione del concerto il tram torna a viaggiare, ma
nella direzione opposta, riannodando pian piano il filo della città,
mentre possiamo apprezzare la seconda parte della cena. I camerieri
sono discreti, gentili, e si muovono fra i tavoli, versando il vino
nei calici e cambiando le portate, mentre il tram è in movimento,
con la grazia di danzatori o di maestri circensi. Attraversiamo di
nuovo
Piazza di Porta Maggiore e proseguiamo per la Basilica di Santa
Croce in Gerusalemme
, con la sua celebre facciata tardo barocca, di
un chiarore quasi lunare. La più famosa fra le reliquie conservate
nella Chiesa, è quella che
le dà il nome, costituita dai frammenti della Croce di Cristo,
ritrovati, secondo la tradizione, da Sant'Elena sul Monte Calvario a
Gerusalemme.
Raggiungiamo
Piazza di
San Giovanni in Laterano, sfilando davanti alla Basilica,
considerata la più
antica dell'Occidente, essendo la sua fondazione precedente di
quattordici anni a quella di San Pietro. La sua imponente facciata in
travertino fu invece edificata nel 1735 dall'architetto Alessandro
Galilei. Scendiamo
per
via Labicana verso i Fori Imperiali, fino al Colosseo, per
fermarci al binario-sosta del
Parco del Celio, proprio di fronte
all'
Anfiteatro Flavio.
Adesso
è possibile scendere dal tram e, all'ombra degli alberi fronzuti
della terrazza del Parco, possiamo affacciarci ad ammirare il
Colosseo e il Foro Romano, scattare foto, scambiarci un pensiero, e
condividere tutto il sentimento romantico che il luogo ispira e che
di certo diverrà una perla preziosa nella nostra collana di ricordi.
Poco
dopo, è il momento di prendere nuovamente posto ai tavoli: sta per
ricominciare il concerto, e dunque dobbiamo dedicarci a vivere questa
nuova avventura in musica.
Molte storie musicali diverse s'incontrano su Tramjazz: bossa nova,
tango, gipsy, klezmer, e le tante tradizioni popolari d'Italia e
d'Europa, insieme a quelle della musica colta, confluendo tutte nel
campo rigoglioso del jazz.
Terminato
il concerto, il viaggio riprende, mentre ci viene servito il dessert.
Costeggiamo l'area del
Circo Massimo, situato nella valle tra il
Palatino e l'Aventino. Era destinato alle
competizioni sportive e soprattutto alle corse dei carri che erano le
preferite dal popolo romano e che spesso si svolgevano dalla prima
mattina fino al crepuscolo, arrivando a mettere in fila anche cento
gare in un giorno. Giulio
Cesare assisteva alle corse di frequente, ma solo per mostrarsi in
pubblico, non aveva infatti nessun interesse per esse tanto che
abitualmente si portava qualcosa da leggere. Nerone, invece, pare che
non si occupasse quasi d'altro ed egli stesso era un auriga.
Proseguiamo
ancora fino ad arrivare alla
Piramide Cestia: alta poco più di 36
metri, fu costruita fra il 18 e il 12 a. C., come tomba di Caio
Cestio Epulone, è il segno della moda per il gusto egizio che
imperversava a Roma in quegli anni, dopo che l'Egitto era divenuto
una 'provincia' dell'Impero, nel 30 a. C.
Da
qui il tram, girando intorno alla piazza, inverte la sua corsa e
ritorna.
Di
nuovo ci immergiamo nel Parco del Celio, lambendo ancora il Colosseo,
poi per Via Labicana, pian piano, raggiungiamo il binario-sosta di
Piazza di Porta Maggiore, la meta del nostro itinerario.
È
mezzanotte. Il viaggio è finito, siamo ai saluti. Ma forse non
vorremmo ancora sciogliere il nodo e terminare questa storia. Forse
vorremmo sognare ancora.